Violino Giuseppe Guarneri del Gesù, Cremona, 1731 ex “Baltic”
Un capolavoro scolpito dal talento e del temperamento del giovane Guarneri del Gesù
La storia dello strumento è nota fin dal ventesimo secolo, quando apparteneva all’antica famiglia baltica Giese. Nel 1935 il liutaio Phillip Hammig lo vendette a Walter Sochaczeski, che lo portò con sé quando si trasferì da Bruxelles a San Paolo del Brasile. Nel 1940, tramite Rudolph Wurlitzer, lo cedette a E. Clem Wilson di Los Angeles. Quando questi morì, la figlia vendette lo strumento a Doroty Powers Percival. La violinista lo suonò 10 anni, finché non lo comprò Irving Levick di Buffalo, New York. Nel 1971 entrò nella collezione del californiano Gorge Gade, accanto allo Stradivari “Cessol” ed altri capolavori eccezionali. Venne quindi acquistato da un famoso solista canadese, Steve Starzy, che lo utilizzò per numerosissimi concerti ed incisioni.
Il Guarneri “Baltic” è fotografato, a colori, sulla copertina dell’album “Maestri dell’archetto, Baton Series”. Nel 1964 è stato, inoltre, pubblicato sul volume di Walter Hamma “Maestri Liutai Italiani”, dove tuttavia è indicata l’erronea datazione 1730.
Nel 1994 è stato esposto, insieme ad altri 24 violini, al Metropolitan Museum of Art di New York in occasione della mostra “Capolavori di Guarneri del Gesù”.
Una marezzatura piuttosto ampia, che digrada dalla nocetta verso il bottone, caratterizza il fondo in acero con taglio radiale di questo strumento. La tavola armonica, in due parti, è realizzata in abete rosso con venatura regolare più stretta al centro e leggermente più larga in prossimità dei bordi. L’acero del riccio e delle fasce superiori ha toni omogenei, mentre sulle fasce inferiori la marezzatura è più pronunciata.
Splendidamente conservato, il violino presenta ancora la vernice originale di colore rosso bruno su fondo dorato. È, dunque, una straordinaria testimonianza del lavoro giovanile di Guarneri del Gesù. Inoltre ha caratteri distintivi assolutamente unici, come la tavola superiore realizzata con due differenti pezzi di abete ed il riccio realizzato dal liutaio e non dal padre
Esposto fino al prossimo 30 giugno al Metropolitan Museum of Art di New York nell’ambito della mostra “Rare Italian Stringed Instruments from the Sau-Wing Lam Collection”
web: http://www.metmuseum.org/about-the-museum/press-room/exhibitions/2012/lam-collection