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Girolamo II Amati

violino  1683

Comune di Catania, Museo Civico “Castello Ursino” 

Questo violino è un tipico esempio delle produzioni che lasciò la bottega Amati negli anni appena precedenti la morte di Nicolò, avvenuta nel 1684. Benché esso rechi un’etichetta originale di Nicolò, è possibile riconoscere completamente la “mano” di suo figlio Girolamo II (n. 1649). Nicolò era ancora il maestro della bottega e, all’epoca, era consuetudine che la sua etichetta venisse applicata su ogni strumento di valore qui realizzato. Il violino è miracolosamente giunto a noi insieme a un’inusuale, generosa ed incontaminata quantità di vernice originale, non troppo levigata o lucidata. Esso, inoltre, rivela all’occhio critico una freschezza di realizzazione particolare, sintomo della giovanile, ma allo stesso tempo matura abilità di Girolamo all’età di 34 anni.

La tavola armonica è composta da due pezzi di abete non simmetrici e una piccola “ala” è visibile nella zona inferiore degli acuti. Le aste dei fori armonici sono molto verticali ed esili, con le tacche centrali ben arrotondate. Il fondo di acero, anche se in due pezzi, ha la marezzatura orientata con la medesima inclinazione come se fosse in un unico pezzo, una scelta spesso riscontrata negli strumenti degli Amati.

Il violino ha una breve storia. É parte di una donazione fatta al Museo Civico “Castello Ursino” di Catania, per merito di un’influente famiglia Catanese, gli Zappalà. Tramite una sponsorizzazione catanese, sullo strumento fu eseguito un attento restauro a Cremona. Successivamente, esso poté essere ammirato in questa stessa città durante le esposizion  …e furono liutai in Cremona dal Rinascimento al Romanticismo (2000) e il DNA degli Amati (2006).