Violino Carlo IX 1566 c.

 

Violino

Collezione privata

Di questo strumento si conservano solo il fondo e le fasce. All’interno, una etichetta manoscritta chiaramente molto antica riportauna dicitura non facilmente leggibile: «St. Salvator Novara/ T.Antonius Tarotanusj / facjebat MDC». Il fondo è in acero in due pezzi. Nella parte superiore dello strumento un taglio orizzontale delimita una porzione di fondo sostituita. La sostituzione può essere dipesa dal danneggiamento accidentale del fondo, ma la posizione di questo taglio è compatibile con l’eventualità che lo strumento fosse in origine una viola da gamba, o simile, con una piega sul fondo. Il fondo presenta una decorazione policroma in buono stato di conservazione. Al centro, uno stemma con i tre gigli dell’emblema reale di Francia è incorniciato da un festone floreale racchiuso entro un cordone dorato che nella parte inferiore termina nel sigillo con il simbolo dell’Ordine di San Michele. Sovrasta il tutto una corona d’oro con parti nere. Sui lati della figura centrale dovevano essere dipinte due lettere sormontate da corone simili, ma di dimensioni minori: è ancora visibile la corona sul lato sinistro dello stemma. La traccia di lettera sottostante è compatibile con una“C” o una “G”, certamente non con una “K”. La composizione era completata su entrambi i lati da coppie di colonne intrecciate, posate su alti plinti a loro volta sostenuti da piedistalli di minor spessore. In ogni coppia le colonne sono di colore differente, probabilmente in origine una d’argento e una d’oro, e sostengono una corona simile per materiale e disegno a quella centrale ma di proporzioni diverse, più alta e stretta. Le colonne sono avvolte da cartigli svolazzanti, che nel loro risvolto inferiore recavano il motto reale “PIETATE ET IVSTICIA”, ancora parzialmente leggibile su entrambi i lati. Nelle punte e nei punti di massima larghezza superiore e inferiore, all’interno del filetto erano dipinti gigli dorati, ora in parte ben conservati e in parte più consumati. Anche se non identica, per qualità dell’esecuzione e impianto generale la decorazione è molto simile a quella del violoncello “Berger”, differendo dagli altri strumenti del set “Carlo IX” per la mancanza delle figure allegoriche, la presenza di coppie di colonne intrecciate, l’assenza di putti sopra alle colonne stesse e il diverso posizionamento delle lettere sormontate da corone, nonché la scelta delle lettere stesse. Dell’originaria decorazione sulle fasce rimangono solo le lettere “TAT” sulla fascia superiore lato acuti in prossimità dello zocchetto. Parrebbe logico supporre che la fascia in questione non si trovasse originariamente in questa posizione. Le lettere sono racchiuse tra due decorazioni, una superiore e una inferiore, formate da semplici linee. Al centro delle CC queste linee danno origine a una semplice ma elegante decorazione geometrica simile a quella sui violini Sabatier e sui due strumenti decorati con motto “PROPVGNACVLO” del National Music Museum (violino NMM 3366 e viola NMM 3370). La sequenza “TAT” è contenuta in entrambi i motti, trovandosi sia nella parola “pietate” sia nella parola “stat” ed è quindi compatibile con ambo le scritte, anche se in nessun caso la sua collocazione all’inizio della fascia superiore destra è facilmente giustificabile. Lo strumento è stato venduto all’asta londinese di Christie’s l’11 novembre 1986. In precedenza, era stato studiato dalla commissione di esperti svizzera e i risultati delle indagini erano stati pubblicati in apertura del volume dedicato alla liuteria cremonese.