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Un Principe al Museo

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Cremona- le collezioni del Museo del Violino si arricchiscono di un nuovo capolavoro: il violino “Principe Doria” 1734 di Giuseppe Guarneri del Gesù. Appartenente ad una collezione privata sarà esposto nell’ambito del progetto “friends of STRADIVARI”, network internazionale tra quanti amano la liuteria classica cremonese. Sarà esposto nella sala Scrigno dei Tesori.

Il restauratore e storico della liuteria Gregg Alf, membro del Comitato Scientifico del Museo, ha ripercorso durante la presentazione la storia dello strumento. Il primo documento relativo al violino Principe Doria di Giuseppe Guarneri “del Gesù” risale al 1858, anno in cui lo strumento fu venduto da Jacquot, massimo esperto francese dell’epoca, alla famiglia Doria. I Doria, di origini spagnole e residenti a Tolosa da varie generazioni, furono proprietari di altri preziosi strumenti italiani.

Negli ultimi 150 anni il Principe Doria ha subito pochi passaggi di proprietà. Nel 1950 Rembert Wurlitzer cedette il violino a Leopold Godowsky Jr., figlio del grande pianista russo e co-inventore della pellicola Kodachrome. Dodici anni dopo fu acquistato dalla famiglia Lionel Perera per il giovane aspirante violinista Zvi Zeitlin. In una lettera del 1962, Rembert Wurlitzer scrisse che lo strumento era il migliore tra tutti i Guarneri da lui conosciuti, soprattutto per le sue qualità timbriche. Il professor Zeitlin lo utilizzò come violino da concerto per oltre quarant’anni, fino a quando fu acquistato dagli attuali proprietari che lo hanno temporaneamente affidato al Museo del Violino.

Il Principe Doria è ritenuto uno dei migliori violini da concerto di Guarneri “del Gesù”. Considerati i robusti spessori delle tavole, è possibile che la sua fama dipenda dal fatto di non aver subito nel corso del tempo, diversamente da altri strumenti antichi, interventi di riduzione e redistribuzione degli spessori. L’interno del fondo riporta infatti tracce originali della pialla a denti utilizzata da “del Gesù”.

Le straordinarie qualità timbriche dello strumento sono state confermate dalla breve performance di Massimo Quarta, già vincitore del Premio Paganini. La varia scrittura di “Recitativo e Scherzo” di Kreisler ha permesso al solista di illustrare la duttile e ricca policromia espressiva del Guarneri.

Già in calendario due momenti di approfondimento al Museo del Violino: la mattinata di sabato 17 ottobre sarà dedicata ad un incontro di studio con Fausto Cacciatori e Gregg Alf mentre domenica 18, alle 11, nell’Auditorium Giovanni Arvedi, la violinista Lena Yokoyama ed il pianista Diego Maccagnola saranno protagonisti di una speciale audizione.

Il debutto cremonese del “Principe Doria” è stato accompagnato da un importante lavoro scientifico, con la pubblicazione di una dettagliata scheda tecnica con misure e fotografie a colori di grande formato. La cartella è in vendita al bookshop.

 




Viola Antonio Stradivari 1715

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sabato 7 marzo 2015, ore 11
incontro
LE VIOLE DI ANTONIO STRADIVARI
con Bruno Giuranna, Fausto Cacciatori e Bruce Carlson

domenica 8 marzo 2015,ore 11
Auditorium Giovanni Arvedi
concerto
Bruno-Giuranna-1BRUNO GIURANNA
VIOLA ANTONIO STRADIVARI 1715

Collezione di Strumenti Musicali della Federazione Russa

Bruno Giuranna, viola
Clara Dutto, pianoforte

M. Marais
Cinque danze francesi per viola e pianoforte
L’Agreáble (Rodeau)
La Provençale
La Musette
La Matelotte
Le Basque

J.S.Bach
Suite n.1 in Sol maggiore BWV 1007 per viola sola
(trascrizione dal violoncello di B.Giuranna)
Prélude
Allemande
Courante
Sarabande
Menuet
Gigue

J.Brahms
Sonata in fa minore Op. 120 n.1 per viola e pianoforte
Allegro appassionato
Andante un poco adagio
Allegretto grazioso
Vivace

acquista il biglietto vivaticket_by_BU

 

 

 

Quante sono le viole di Antonio Stradivari? Quanti sono glistrumenti di taglia contralto e tenore costruiti dal grande liutaio cremonese? I fratelli Hill nel loro studio, ormai ritenuto un classico, pubblicato all’inizio del secolo scorso dichiararono di conoscere non più di dieci viole e di aver solo sentito parlare di un’undicesima del 1695.
Al di là dell’esatto numero di viole realizzate da Antonio Stradivari, rispetto al quale è auspicabile in futuro uno studio attento e approfondito, quello che risulta evidente è il numero esiguo degli strumenti di questa taglia costruiti dal Maestro cremonese se paragonato non solo al numero dei violini ma anche a quello dei violoncelli. Già all’inizio del secolo i compositori italiani preferirono come strumento solista il violino, relegando la viola a un ruolo del tutto secondario.
Alla fine del Seicento Stradivari costruì due set di strumenti per composizioni per archi a cinque parti che comprendevano sia la taglia di viola contralto che tenore; oggi di questi due consort sono conservati solo alcuni strumenti al Palazzo Reale di Madrid e alla Galleria dell’Accademia di Firenze.
Le viole conosciute sono state costruite con una forma data 1690 e sono la viola Medicea del 1690, oggi alla Library of Congress, la viola Archinto del 1696, di proprietà della Royal Academy of Music, la viola decorata del Quintetto Spagnolo datata 1696, esposta al Palazzo Reale di Madrid, la Macdonald del 1701 recentemente in asta alla straordinaria valutazione di 32 milioni di Euro, la viola del 1715 del Glinka Museum di Mosca, la Cassavetti del 1727, che si trova alla Library of Congress, la Paganini del 1731, di proprietà della Nippon Music Foundation, la Gibson datata 1734, anche se priva dell’etichetta, considerata l’ultima viola costruita da Antonio Stradivari ed oggi proprietà della Fondazione Habisreutinger.
I disegni originali di Stradivari per la costruzione della testa, della tastiera, per il taglio dei fori di risonanza e il loro piazzamento di queste viole sono oggi esposti al Museo del Violino.
La straordinaria viola del 1715, grazie alla collaborazione fra il Museo Glinka di Mosca e il Museo del Violino, si può ammirare fino al prossimo mese di aprile al MdV di Cremona.

 

 

Nato in una famiglia di musicisti, Bruno Giuranna è stato tra i fondatori de I Musici, membro del Quartetto di Roma, e del Trio Italiano dʼArchi. Ha iniziato la carriera solistica presentando in prima esecuzione assoluta, sotto la direzione di Herbert von Karajan, la Musica da Concerto per viola e orchestra dʼarchi dedicatagli da Giorgio Federico Ghedini. Ha suonato con orchestre quali Berliner Philharmoniker, Concertgebouw di Amsterdam, Teatro alla Scala di Milano, e direttori come Claudio Abbado, Sir John Barbirolli, Sergiu Celibidache, Carlo Maria Giulini e Riccardo Muti. Titolare fino al 1998 della cattedra di viola presso la Hochschule der Künste di Berlino, ha insegnato nella Musik- Akademie di Detmold, nel Conservatorio S.Cecilia di Roma, nel Royal College e nella Royal Academy di Londra ed in master classes in tutto il mondo. Frequentemente invitato al Festival di Marlboro negli Stati Uniti, insegna attualmente nei corsi della Fondazione Stauffer di Cremona, dell’Università di Limerick in Irlanda, dell’Accademia Chigiana di Siena. Dal 1983 al ʻ92 è stato direttore artistico dell’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto e nel 1988 ha presieduto la giuria della First International Bruno Giuranna Viola Competition in Brasile. La sua vasta discografia comprende registrazioni per Philips, Deutsche Grammophon, EMI; come violista ha ottenuto una Grammy Award Nomination e come direttore ha vinto un Grand Prix du Disque dellʼAcadémie Charles Cros di Parigi. Profondamente convinto dell’importanza del “suonare insieme” come strumento insostituibile nello sviluppo della personalità musicale, si dedica da anni alla realizzazione di progetti di musica da camera che lo vedono impegnato al fianco di giovani musicisti in Europa e negli Stati Uniti. Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, ha ricevuto nel 2003 una laurea in lettere honoris causa dall’Università di Limerick. Dopo averne presieduto la sezione italiana, è stato eletto nel 2011 presidente europeo di ESTA, associazione che riunisce gli insegnanti di strumenti ad arco in Europa.




Un nuovo friend

viola Amatinuovi friends per Stradivari

la Galleria Estense affida a Cremona la viola contralto Girolamo Amati, 1625 ca.

sabato 25 ottobre, ore 11
Sala Conferenze del Museo del Violino – piazza Marconi 5, Cremona

intervengono
Stefano Casciu, soprintendente ai Beni Artistici e Storici di Modena e Reggio Emila
Davide Gasparotto, direttore della Galleria Estense
Fausto Cacciatori, conservatore delle Collezioni del Museo del Violino

La viola, di taglia piccola (il che la rende per dimensioni estremamente rara), fu eseguita dai fratelli Girolamo e Antonio Amati nel 1620, come conferma un’etichetta all’interno della cassa  armonica. L’attribuzione alla bottega Amati, confermata dal modello della cassa, del riccio e delle “ff” insieme alla proporzione della forma, agli spessori e alla bombatura della tavola e del fondo, non lasciano dubbi circa l’originalità; al contrario non sono originali la cordiera e la tastiera, comunque sostituiti in un intervento di restauro antico.

L’assenza di documenti d’archivio e di riscontro negli inventari estensi non consente, allo stato attuale, di risalire al committente e a come sia arrivata nelle collezioni ducali. Da un altro cartellino a corredo dello strumento si desume che sia stata restaurata a Mainz nel 1795. Sottoposta nel 1914 a intervento di restauro dal liutaio modenese Pietro Messori, la viola si presenta oggi in ottimo stato di conservazione.




Cremona meets Moscow

Cremona, 15 ottobre 2014 – Dal 17 al 21 ottobre importante missione del Museo del Violino di Cremona nella grande Russia, una delle terre più amanti della musica, che ha donato al mondo interpreti e compositori insuperabili. Il Museo Glinka di Mosca – il più importante museo musicale della Federazione Russa che custodisce, tra i molti tesori, anche numerosi strumenti ad arco della Scuola Cremonese appartenenti alla Collezione di Stato – sceglie come partner strategico il Museo del Violino, un unicum nel panorama internazionale, dove si racconta la storia di cinque secoli della liuteria cremonese, di recente riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale della Umanità, e dove sono custoditi i capolavori di Stradivari, dei Guarneri e degli Amati, oltre ai preziosi reperti originali della bottega dello stesso Antonio Stradivari.

 

Nell’ambito dei “friends of Stradivari”, il network internazionale che riunisce collezionisti, musicisti, studiosi, amatori e sostenitori della liuteria Cremonese nel nome del grande e insuperato liutaio, si rafforza la collaborazione tra il Museo del Violino e il Glinka National Museum and Consortium for Musical Culture in Mosca con l’organizzazione di scambi culturali, esposizione di strumenti e progetti di studio e restauro.

II prezioso violino “Vesuvius” di Antonio Stradivari, costruito nel 1727, ha lasciato Cremona e sta volando verso Mosca con la delegazione del Museo del Violino, composta dal Direttore Generale Virginia Villa, dal Conservatore Maestro Fausto Cacciatori e dal Presidente di “friends of Stradivari” Paolo Bodini. Sabato 17 ottobre, il giovane violinista Edoardo Zosi, perfezionatosi ai corsi dell’Accademia Stauffer di Cremona sotto la guida del Maestro Salvatore Accardo, farà suonare questo straordinario strumento presso l’auditorium del Museo Glinka, accompagnato al pianoforte da Stefania Redaelli. Prima del concerto, l’auditorium del Glinka si trasformerà, grazie a videoproiezioni, nella bottega di un liutaio cremonese con la presentazione di Cremona, della sua liuteria e del Museo del Violino. All’evento è atteso l’Ambasciatore italiano a Mosca e una delegazione dell’Istituto Italiano di Cultura.

Lunedì 20 ottobre si replica a San Pietroburgo con il mondo dell’economia, nella sede della SUE Vodokanal, azienda che cura il ciclo completo delle acque della metropoli e di tutto il golfo Baltico. Il Presidente di SUE Vodokanal, Felix V. Karmazinov, visitò Cremona e si innamorò dei suoi violini nel corso di una missione tecnica del gennaio 2012, da cui è nata l’idea e il supporto a questa iniziativa. Il contatto tra Cremona e San Pietroburgo è stato propiziato dall’Ingegner Roberto Mazzini, cremonese d’origine e presidente di Milanodepur SpA, grande società “gemella” di Vodokanal per l’area metropolitana milanese, aiutato in questo da Mario Fustinoni operatore economico nell’area Russo-Scandinava. Un consistente contributo a sostegno dell’iniziativa è arrivato da due importanti multinazionali quali Veolia e Solvay, che operano per la protezione dell’ambiente. Al concerto, occasione di incontro con la comunità economica di San Pietroburgo, parteciperà anche il Sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, accompagnato dall’Assessore al Turismo Barbara Manfredini. Cremona si presenta per la prima volta nella seconda città più importante di tutta la Federazione Russa. È già confermata la partecipazione del Console Generale d’Italia e di altri importanti ospiti internazionali.